La Guardia di Finanza, nell’ambito dell’operazione “#cheguaio!”, ha condotto alla chiusura 10 siti Web e 329 canali Telegram coinvolti nella diffusione di giornali pirata. Ecco i rischi e le conseguenze della diffusione illecita
Di recente sono state condotte alcune indagini sulle famose IPTV, liste che consentono di accedere a Sky, Dazn e altri provider nazionali e internazionali illegalmente, in streaming da una precisa fonte, tramite il pagamento di una cifra irrisoria. Ve ne abbiamo parlato in questo articolo, descrivendo i rischi in cui ci si può imbattere.
La pirateria di servizi come Sky, Dazn e le televisioni in generale, però, non è l’unica forma di diffusione di materiale con diritti d’autore in maniera illegale. Tramite diverse fonti infatti sono stati diramati negli ultimi anni copie piratate di giornali, siano essi quotidiani, settimanali, e-book e riviste nazionali, in modo del tutto gratuito e quindi travalicando i diritti d’autore che spettano alle corrispettive entità.
Nell’ambito di una recente operazione, è stato smantellato un consistente gruppo di siti Web e di canali Telegram che operavano esattamente in questo modo.
Giornali pirata: l’esito dell’operazione “#cheguaio!”
I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari hanno concluso l’operazione denominata “#cheguaio!”, in seguito all’inchiesta avviata nell’Aprile del 2020 dopo la denuncia della Federazione Italiana Editori Giornali, circa la diffusione sempre più pericolosa di file di giornali pirata attraverso la piattaforma Telegram.
Proprio la celebre app di messaggistica è stata suo malgrado al centro, negli ultimi anni, di una capillare diffusione di materiale illegale, che ha compreso per l’appunto le famose liste IPTV e i giornali pirata di diversa provenienza. L’operazione della GdF si è conclusa con la chiusura di 10 siti Web e 329 canali Telegram che diffondevano giornali e altre pubblicazioni in maniera gratuita.
Gli amministratori dei siti Internet coinvolti nella chiusura sono al momento ignoti, mentre sono stati individuati e indagati 9 gestori delle pagine Telegram per violazione del diritto d’autore. Gli individui in questione gestivano il tutto mediante un sistema di link e pubblicità: l’utente, aprendo i link proposti nei vari canali, poteva fruire gratuitamente delle riviste coinvolte nella diffusione illecita, e al contempo i gestori potevano guadagnare dalle pubblicità e pop-up all’apertura di ogni collegamento.
Il danno, quantificato dalla Procura di Bari nell’ambito del sequestro, è di circa 250 milioni all’anno, per la precisione un potenziale di 670 mila euro al giorno.
I rischi
I rischi sono per lo più da attribuire a chi diffonde il materiale, ma anche per chi utilizza questi canali allo scopo di sfogliare gratuitamente e illegalmente le riviste pirata. In particolare, chi diffonde tale materiale rischia fino a 4 anni di carcere e fino a 15.400 euro di multa. Chi, invece, diffonde copie illegali senza alcun guadagno (in qualsiasi modo, anche tramite una semplice condivisione con amici) rischia una multa da 51 a 2.065 euro. Il reato si configura comunque anche per chi fa uso dei giornali scaricati illegalmente.
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Per i gestori dei siti, al momento ignoti, si ipotizza una serie di potenziali reati a loro carico: oltre alla già citata violazione della normativa sul diritto di autore, si parla anche di riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e furto.