Scoperti su un forum di hacker i dati in vendita di 533 milioni di utenti Facebook: circa 36 di questi sono italiani. Per ogni profilo indicati nome, email, numero di telefono, relazione sentimentale, posizione lavorativa e appartenenza a gruppi Facebook
Secondo quanto riportato da Repubblica, la scoperta effettuata da un ricercatore israeliano ha del clamoroso: qualche giorno fa, su un forum di hacker, ha trovato i dati in vendita di ben 533 milioni di utenti Facebook. Di questi, circa 36 milioni sono italiani (35.677.338 per l’esattezza). I dati trafugati appartengono ad utenti di 108 paesi diversi, anche se la maggior parte sono europei. All’estero, ad esempio, il numero più rilevante è costituito dagli utenti egiziani, con oltre 44 milioni di profili “violati”.
Rubati i dati di 36 milioni di utenti Facebook italiani: quali sono le informazioni in vendita?
Per ogni profilo sono indicati nome, numero di telefono, email, relazione sentimentale, posizione lavorativa e appartenenza a gruppi Facebook. Secondo Repubblica, tra i 36 milioni di utenti Facebook ai quali sono state sottratte informazioni figurerebbero anche molti politici, nonché il sindaco di Roma Virginia Raggi. Ma non mancano anche avvocati, giornalisti e manager dei maggiori gruppi editoriali, come Rai, RCS e il gruppo Gedi. Alon Gal – il ricercatore che ne ha segnalato su Twitter la compravendita in corso – afferma che sarebbe stata sfruttata una vulnerabilità, che consentiva di vedere il numero di telefono collegato a ogni account Facebook. Perciò è stato poi creato un database contenente le informazioni di 533 milioni di utenti.
Facebook – parlando alla rivista Motherboard – ritiene che i dati si riferiscono ad una vulnerabilità che la società avrebbe risolto nell’agosto 2019. Tuttavia, riporta Repubblica, il database potrebbe essere il risultato dell’addizione di uno già esistente, che conterebbe dati di 370 milioni di utenti.
Il bot di Telegram
Ma non è finita qui, perché l’hacker ha deciso di creare un bot di Telegram a pagamento, consentendo a chiunque di trovare i numeri di telefono collegati agli account Facebook. Fortunatamente, il bot è stato bannato dagli amministratori di Telegram il 27 gennaio. Il creatore, tuttavia, nello stesso forum dichiarava che ne avrebbe creato “uno privato per gli utenti paganti”.
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È chiaro, una volta sottratti i dati e pubblicati, fermare la diffusione di essi risulta particolarmente complicato. Ma il problema sembra essere alla base: possiamo davvero fidarci di un social network che non riesce ad adempiere al (difficile) compito di tutelare la nostra identità e le nostre informazioni?