Donald Trump è stato “sospeso” per un giorno da Facebook e Twitter, dopo essersi rivolto sui social agli autori dell’attacco al Campidoglio degli Stati Uniti con frasi controverse
Ieri, 6 gennaio 2021, doveva essere il grande giorno della ratifica dell’elezione di Joe Biden. E, invece, questo giorno verrà probabilmente ricordato per la clamorosa irruzione nel Campidoglio degli Stati Uniti da parte di un folto gruppo di sostenitori del presidente uscente Donald Trump. Molti i disordini avvenuti, in quello che si è rivelato un evento storico: prima di ieri nessuno aveva mai assaltato e occupato il Campidoglio statunitense. Durante gli scontri con la polizia una donna ha anche perso la vita. I manifestanti hanno inneggiato al presidente uscente con lo slogan “Stop the steal” (“Fermate il furto”), relativo ai presunti brogli elettorali che avrebbero provocato la sconfitta del tycoon nelle elezioni presidenziali.
Trump, come suo solito, ha mostrato “a caldo” il proprio pensiero riguardo la vicenda sui suoi account social, in particolare su Twitter. In uno dei messaggi, il presidente uscente USA si è rivolto direttamente ai manifestanti definendoli “patriots” (“patrioti”), prima di dire loro di tornare a casa “con amore e in pace”. Ha inoltre ripetuto affermazioni sulla presunta frode elettorale appena menzionata.
Parole che sicuramente non sono passate inosservate: per questo, Twitter ha richiesto la rimozione di tre tweet per “gravi violazioni della politica di integrità civica”. La società ha inoltre evidenziato che l’account del presidente sarebbe rimasto bloccato permanentemente se essi non fossero stati rimossi. Ma non è una novità: Trump non ha mai prestato particolare attenzione alle linee guida della comunità di Twitter e Facebook.
Ma la comunicazione di Trump su Twitter non si ferma
Non potendo pubblicare nulla per tutta la giornata odierna, come riporta la BBC, poche ore fa Trump ha deciso di affidarsi a Dan Scavino, direttore dei social media della Casa Bianca, il quale ha utilizzato il proprio account Twitter per pubblicare una dichiarazione a nome del presidente. “Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni, e i fatti lo confermano, tuttavia ci sarà una transizione ordinata il 20 gennaio“. “Ho sempre detto che avremmo continuato la nostra lotta per garantire che venissero contati solo i voti legali. Anche se questo rappresenta la fine del più grande primo mandato nella storia presidenziale, è solo l’inizio della nostra lotta per rendere l’America di nuovo grande!“.
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Il parere di Facebook
A Twitter si sono “aggiunti” anche Facebook e Instagram, sebbene facciano parte dello stesso gruppo (Facebook Inc.): gli account di Trump sono visibili ma il presidente non potrà pubblicare nulla almeno fino a stasera. Facebook ha dichiarato alla BBC che “Le violente proteste in Campidoglio di oggi sono una vergogna. Vietiamo l’incitamento e gli appelli alla violenza sulla nostra piattaforma. Stiamo attivamente rivedendo e rimuovendo qualsiasi contenuto che infrange queste regole“. Facebook ha quindi giustificato il blocco temporaneo affermando: “L’abbiamo temporaneamente bloccato perché a conti fatti crediamo che ciò contribuisca a diminuire il rischio della violenza in corso“. Secondo alcune fonti, questa “marcia”, è stata organizzata online, anche su gruppi e pagine Facebook.