Riduzione dell’udito e infezioni, questi i maggiori pericoli derivanti dall’uso scorretto degli auricolari. Scopri perchè
A scuola, a lavoro, durante il tempo libero: gli auricolari vengono ormai utilizzati quotidianamente da milioni di persone. La pandemia, e le conseguenti misure restrittive che essa ha comportato, sta dando ancor più impulso al loro utilizzo: spesso risultano fondamentali per lo smart working, per la didattica a distanza, ma anche più semplicemente per una video chiamata con amici o colleghi o per ascoltare musica, attività utili per spezzare la monotonia dell’isolamento domiciliare.
Il dibattito sulla solo pericolosità per la salute è sempre attuale, e, sebbene la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità consigli l’utilizzo degli auricolari per chi è solito effettuare molte chiamate, al fine di limitare l’assorbimento delle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari, bisogna tenere a mente alcuni aspetti:
I batteri
Le nostre orecchie sono piene di batteri, e spesso gli auricolari, una volta utilizzati, non vengono mantenuti disinfettati adeguatamente dai propri possessori. Non solo, spesso si ha l’abitudine di riporli in tasca, in borsa, sul tavolo, o su altre superfici che possono fare in modo che gli auricolari “raccolgano” altri germi e batteri. Infatti, il cerume prodotto dalle orecchie può fare in modo che si “attacchino” ad esso. Immaginate quindi con quante cose possono entrare in contatto le vostre cuffie nell’arco della giornata; tutti i germi raccolti dall’accessorio finiscono nelle vostre orecchie.
Abitudine ancor più scorretta è inoltre quella di condividere gli auricolari con amici o parenti: così facendo i batteri si trasferiscono dall’orecchio di una persona alle cuffie e da queste ultime al nostro orecchio. Il risultato è il rischio di infezioni, per questo è necessario disinfettare regolarmente l’accessorio almeno una volta alla settimana, e trasportarlo all’interno di un contenitore chiuso, in modo da renderlo isolato dai batteri.
Il rumore
Secondo uno studio condotto dalla Commissione Europea, il 10% di coloro che utilizzano in modo scorretto cuffie e auricolari rischiano la diminuzione dell’udito. É proprio questo il rischio maggiore, a causa dei rumori troppo forti. Secondo Luca Malvezzi, specialista dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell’Istituto Humanitas, “Aumentare il volume per escludere i rumori esterni rappresenta uno stress uditivo continuo, che può portare a un calo precoce dell’udito”. In questo modo, si arriva ad ascoltare suoni che possono facilmente superare l’intensità di 80-100 decibel. Lo stesso Malvezzi ha infatti aggiunto che “la parola viene erogata e udita normalmente a 30-40 decibel, e questa sarebbe l’intensità a cui potrebbe essere ascoltata senza problemi la musica”. Per avere un’idea più chiara sull’intensità dei suoni, basti pensare che un rumore di circa 100-120 decibel equivale a quello di un jet al decollo.
Attenzione quindi ai rumori intensi, anche se l’Unione Europea ha imposto dei limiti ai produttori di cuffie. Esse, insieme agli apparati elettronici, avranno un limite di audio, stabilito dalla legge, di 80 decibel.
E…il Bluetooth?
Secondo John Moulder, biologo esperto di radiazioni dell’Università del Wisconsin, “La potenza impiegata nel Bluetooth è semplicemente troppo bassa per danneggiare qualsiasi tessuto biologico.” Infatti, l’intensità di campo – ovvero la potenza delle onde elettromagnetiche che emana – della tecnologia Bluetooth è più debole di quella di una rete Wi-Fi casalinga.
Kenneth Foster, ricercatore dell’università della Pennsylvania ha inoltre aggiunto che “altri dispositivi hanno un output di 10-18 milliwatts, e meno dell’1% di questa energia è in forma di radiazioni elettromagnetiche. Di fatto, è estremamente inferiore all’esposizione che si ha appoggiando lo smartphone all’orecchio”. Per questi motivi, si può concludere affermando che le cuffie Bluetooth non fanno male alla salute, anche se è ugualmente sconsigliato un uso prolungato di esse.